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18 Dicembre 2024 alle 21:10 #2902Barbara VerzaPartecipante
Quello che vi sto per raccontare è una storia di divisioni, di diritti negati e di speranza.
“Spezziamo le gambe a chi non vuole pagare.” Questo fu il motto scelto dal sindaco leghista di Vigevano, la mia città – una città di 67.000 abitanti, un tempo famosa come capitale della calzatura e simbolo di operosità e pioniera del tempo pieno nelle scuole negli anni 70 . Eppure, oggi è nota per un’azione che ci ha fatti tornare indietro di decenni.
Con queste parole, il sindaco lanciò l’operazione “Pugno di Ferro”, dichiarando guerra ai cosiddetti “furbetti dell’insoluto” della mensa scolastica. Senza distinzione tra chi non pagava per negligenza e chi era realmente in difficoltà, tutte le agevolazioni furono cancellate. La regola era chiara: se non puoi pagare la mensa, tuo figlio dovrà portare un panino da casa, una bottiglietta d’acqua, e stare in un’aula separata, lontano dagli altri bambini.Ma chi ha davvero pagato il prezzo di questa politica? I furbetti? NOOOO! . Sono stati i bambini a soffrire, quelli che, già da piccoli, si sono ritrovati a dover fare i conti con difficoltà economiche, rette non pagate, problemi che appartengono agli adulti.
Io stessa (ADULTA) , insieme a molti altri, ci siamo opposti a questa logica. Abbiamo lottato per eliminare quelle “aule separate,” simbolo di discriminazione che rischiava di compromettere l’armonia sociale della nostra comunità, e in parte ci siamo riusciti. Ma non abbiamo ottenuto il nostro obiettivo più grande: garantire un pasto uguale e gratuito per tutti. Una battaglia ambiziosa, forse. Ma giusta.
E mentre noi a Vigevano fallivamo, il Comune di Rozzano, grazie al suo sindaco DI FORZA ITALIA , riusciva A garantire la mensa gratuita per tutti i bambini del tempo pieno. Un caso unico in Italia, un modello di inclusione e uguaglianza.Nel tempo pieno (40 ore settimanali) la mensa è da considerarsi tempo scuola e non servizio, in quanto i bambini sono OBBLIGATI a rimanere a pranzo salvo rare deroghe per casi particolari. I bambini sono obbligati a rimanervi e obbligati a pagarla la mensa. Giusto?
Le mense scolastiche rappresentano molto più di un servizio: sono uno strumento fondamentale per ridurre le disuguaglianze. Considerarle come parte integrante del percorso educativo non è solo un’idea, ma un obbligo morale e sociale. La mensa, nel tempo pieno, è tempo-scuola, come stabilisce il Ministero dell’Istruzione. È un momento di crescita, di educazione, di condivisione.
I bambini sono il presente e il futuro del nostro Paese, la nostra speranza per una società migliore. Ma non ci rendiamo conto che da troppo tempo le politiche per l’infanzia sono scomparse? Troppi bambini vivono ancora in condizioni di povertà economica, privati di opportunità
Dobbiamo investire nel loro futuro.
Purtroppo, i nostri bambini stanno male. L’isolamento, le difficoltà emotive, il cyberbullismo, l’ansia – tutti fenomeni in aumento anche dopo il Covid. La scuola deve essere luogo dove possono imparare a condividere, a socializzare, a essere cittadini.
Un pasto gratuito a scuola, un pasto uguale per tutti, non è solo una questione di cibo. È un passo verso una cittadinanza nuova, inclusiva e giusta. È da qui che inizia il senso di comunità. E in altri Paesi, questo è una priorità: Londra ha deciso di garantire un pasto sicuro a tutti nelle scuole. I paesi del Nord Europa da tempo garantiscono un pasto gratuitoVogliamo davvero creare divisioni e disuguaglianze fin dalle elementari? Sarebbe troppo semplice pensare che i “ricchi” dovrebbero pagare. Ma sappiamo bene che i più ricchi mandano i figli nelle scuole private. I soldi si trovano per tante cose – per finanziare società di calcio, i viaggi avanti e indietro per l’Albania, per bonus inutili , banchi con le rotelle, e potrei continuare.
Possibile che non si trovino i soldi per garantire un pasto ai nostri bambini?
Qualcuno potrebbe obiettare che ci sono le fasce ISEE, ma sappiamo tutti che non sempre chi evade viene punito.Credete veramente che le dichiarazioni ISEE rispecchiano una reale situazione famigliare? certo sarebbe interessante poter verificare ogni ISEE presentato , ma sarebbe creare burocrazia su burocrazia
Io non mi voglio arrende.
Vi chiedo di riflettere sui benefici sociali della mensa gratuita per i nostri piccoli del tempo Scuola Tempo pieno (40 ore settimanali). È una sfida grande, sì, ma una sfida che vale la pena di affrontare.
Abbiamo bisogno del coraggio di cambiare, di guardare al futuro e di capire quali sono le nostre priorità. Vogliamo davvero credere nei bambini come la speranza del nostro Paese? Crediamo nel loro potenziale?
La grandezza futura si costruisce oggi, con il coraggio di agire e di credere
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