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16 Dicembre 2024 alle 15:05 #2889Alessandra FranziModeratore
Proposto da Alessandro Nardin .
Secondaria di primo grado o primaria di secondo grado? La vecchia scuola media, nonostante il cambio di denominazione che ha tentato di nobilitarla, rimane l’anello debole del sistema educativo italiano, sospesa tra chi rinuncia a occuparsene e chi la vorrebbe smantellare del tutto.
Eppure, si tratta di un ciclo di studi dal potenziale enorme, andando a coprire una fascia di età di formazione e trasformazione cruciale nello sviluppo della persona.
Quali idee si possono mettere in campo?
Parliamone liberamente, formuliamo idee e proposte e proviamo a ricavarne una sintesi. -
16 Dicembre 2024 alle 16:57 #2890Elia La GammaPartecipante
SCUOLA PRIMARIA DI SECONDO GRADO.
Terra terra per essere incisivo:
La scuola media andrebbe convertita in una scuola di due anni di transizione tra le scuole elementari e le scuole superiori.
(Qualcosa di simile l’aveva tentata già Alcide De Gasperi, che avrebbe voluto creare un ciclo unico di 7 anni “elementari+medie”)Fattibile eliminando in particolare le ridondanze di argomenti del programma delle medie nel passaggio tra 5 elementare e I media e ancor più nel passaggio dalle medie alla I superiore (si veda ad es. cosa accade con storia e matematica, ma anche italiano/inglese, disegno tecnico…).
Per una riforma dell’istruzione rivoluzionaria per la buona crescita formativa e psicofisica degli alunni/studenti, servirebbe integrare la proposta con:
– Piano per anticipare la Scuola Elementare all’età di 5 anni e 3 mesi,
cioè chi compie i 5 anni attorno alla prima settimana di giugno incominci il I anno di elementari in quel medesimo anno, chi compie i 5 anni nelle restanti settimane/mesi successivi incominci il I anno di elementari nell’anno solare successivo (da cui un range di età di ingresso tra i 5 anni e 3 mesi e i 6 anni e 3 mesi)
– Scuole medie di 2 anni
– Scuole superiori ancora di 5 anni (qui anziché il n. di anni, sono da rivedere molto più i programmi di studio con anche un attento ribilanciamento delle ore tra materie e materie di studio) dove, grazie alla riforma nel suo insieme, ogni studente “in regola con gli anni di frequentazione” incomincerebbe il quinto anno di superiori tra un’età di 16 anni e 3 mesi e massimo 17 anni e 3 mesi.IMPORTANTE inoltre favorire la reale frequentazione almeno delle scuole dell’infanzia (dai 3 anni in su..)
MOTIVAZIONI conversione Scuole Medie in scuola di 2 anni (nell’ottica più in generale dell’intera riforma del percorso scolastico..):
– snellire ed efficientare il sistema scolastico e i suoi programmi
– favorire il passaggio più immediato alle scuole superiori in cui gli studenti hanno modo di ricevere una formazione più matura e mirata
– far sì che gli studenti in uscita dalle Superiori siano più giovani e mentalmente “freschi” ed energici, ancora entusiasti e ben recettivi agli stimoli che provengono dalla società e quindi più produttivi e capaci di maggior impegno sia nel lavoro, che nello studio (in caso proseguano con l’Università).Tutto a beneficio anche economico per l’intera società (che si ritrova giovani più motivati e meno appesantiti da iter scolastici troppo lunghi e dispersivi).
* invito a confrontare il percorso scolastico italiano con quello presente nelle altre democrazie di tutto il mondo (osservando anche le differenze di rendimento scolastico) e a valutare studi e ricerche anche internazionali o comunque non solo italiane (ad es. anche su come l’età di ingresso nella scuola influisca sullo sviluppo fisico, sociale, emotivo e cognitivo, da cui l’optimum che individuai nel 2021 di incominciare la scuola elementare a 5 anni e 3 mesi, come punto di equilibrio tra una ragionevole buona età di ingresso scolastico e una più giovane età di uscita degli studenti dalle superiori)
Buon pomeriggio a tutti!
Elia -
16 Dicembre 2024 alle 17:42 #2891Alessandro NardinPartecipante
Grazie Elia per avere rotto il ghiaccio.
La proposta di portare le medie (chiamiamole ancora così, se non altro per praticità immediata) a due anni anziché tre è sicuramente coerente con la necessità di ridurre di un anno il percorso formativo nel suo complesso.
Per approfondire in seguito il focus che hai evidenziato all’inizio (evitare ripetizioni e individuare una specifica proposta formativa) ti faccio una richiesta: quello che hai postato in asterisco, credo sia invece molto significativo per un tavolo di lavoro sul tema: hai conoscenza diretta dei come vengono organizzati i cicli scolastici, nello specifico per nella fascia di età pre-adolescenziale, nelle altre democrazie, in particolare quelle contraddisrtinte da una migliore efficacia del ciclo di studi?
Una tua analisi in merito sarebbe preziosa. Grazie
- Questa risposta è stata modificata 3 settimane, 1 giorno fa da Alessandro Nardin.
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22 Dicembre 2024 alle 1:18 #2916LucaBocPartecipante
Vi posso dire che
- La scuola belga sono 6 anni di elementari + 6 anni di superiori/liceo
- La scuola europea (European Baccalaureat) sono 5 anni di elementari + 7 anni di superiori/liceo
- La scuola francese sono 5 anni di elementari + 4 anni di media + 3 anni di liceo (ma tutto nella stessa struttura scolastica)
- International School (International Baccalaureat), sono 5 anni di elementari + 5 anni di ‘medie’ + 2 anni di ‘liceo’ (ma tutto nella stessa struttura scolastica)
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16 Dicembre 2024 alle 20:24 #2893Elia La GammaPartecipante
Ciao Alessandro,
nessuna conoscenza diretta, tutto era nato da uno studio che mi ero fatto in tempo di pandemia tra il 2020 e il 2021 (essendo molto sensibile al tema della scuola).
Avevo preso in esame una manciata di Paesi anche diversi tra loro e rispetto all’Italia per cicli scolastici, rendimento..
ricordo l’Australia, la Danimarca e gli Stati Uniti perché di questi tre circolavano anche vari studi sugli effetti dell’età di ingresso nel ciclo scolastico primario e sull’età di fine ciclo scolastico superiore..
La Danimarca era quella con il sistema scolastico più diverso dal nostro e anche molto interessante (non so se nel frattempo è cambiato qualcosa).
In generale emergevano tre aspetti:
terminare le scuole superiori in tarda età come da noi in Italia è negativo, c’è un limite oltre il quale anticipare troppo l’età di ingresso nella scuola elementare è controproducente, è importante investire nelle scuole dell’infanzia e pre-infanzia (mi pare che in molti Paesi le chiamino kindergarten e pre-kindergarten).
Per mancanza di tempo (e non avendo competenze dirette da docente o affini) non faccio parte del gruppo di lavoro sulla riforma del sistema educativo, ma il tema della scuola mi sta appunto molto a cuore, quindi se mi date tempo vedrò di recuperarvi almeno parte della bibliografia dagli appunti che avevo su un hard disk esterno (due anni fa ho cambiato computer e ho perso i segnalibri di Firefox -_-“).
Comunque credo che su internet si trovino ancora vari paper/studi pubblicati su sciencedirect.com, researchgate.net e simili.
Buona serata!
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16 Dicembre 2024 alle 21:25 #2894Alessandro NardinPartecipante
Grazie Elia, contributo prezioso. Credo che un gruppo di lavoro sulla scuola debba essere aggiornato su altre esperienze, non per piaggeria esterofila ma, banalmente, per avere un minima di consapevolezza du ciò che altrove è già in essere.
Sei già nella chat wa di Riforma ?
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16 Dicembre 2024 alle 23:40 #2895Elia La GammaPartecipante
Non sono presente nella chat, comunque ho inviato via mail ad Alessandra (la referente del forum) la bozza che sono riuscito a recuperare (non ho trovato l’allegato e altri file che avevo, ma nel pdf c’è ancora qualche link utile ad alcuni degli studi di cui ti menzionavo..). Nel caso non si aprano o siano ad accesso riservato (non ricordo più), avvisatemi, che magari a fine settimana provo a guardare meglio nell’hardisk se li trovo ancora, ..tempo/impegni permettendo (quanto farebbe comodo una settimana di otto giorni con due domeniche! XD).
Buonanotte:) -
17 Dicembre 2024 alle 16:11 #2896CaterinaSimonPartecipante
Concordo sulla riduzione della scuola media a 2 anni, in modo da terminare il ciclo di studi a 18 anni allineandoci al resto dei nostri partner europei. Lascerei invece l’inizio della scuola a 6 anni, perchè, da quel che ho letto, la maggior parte degli studi indica come questa sia l’età più adeguata in base allo sviluppo psicofisico del bambino (e 5 anni e 3 mesi mi sembra difficile da applicare). Credo comunque che perlomeno in questi due primi cicli di studi sia indispensabile il tempo pieno obbligatorio. Al pomeriggio possono essere infatti offerte materie aggiuntive o che amplino quelle svolte al mattino, allo scopo di scoprire e coltivare precocemente talenti e inclinazioni presenti in ciascun bambino. Questi sono anni particolarmente fertili e di grande “verginità” mentale che dovrebbero essere sfruttati molto di più e in modo molto più mirato.
Credo comunque che niente funzionerà se non si mette mano con decisione al reclutamento degli insegnanti, non si arriva ai dati agghiaccianti riportati da TUTTI i test nazionali e internazionali senza una responsabilità pesante da parte di chi è materialmente responsabile dell’istruzione.
Per quello che riguarda gli altri sistemi scolastici ho esperienza diretta di quello statunitense. Ci possono essere differenze tra stato e stato ma in generale coincidono abbastanza. Il ciclo complessivo si compone di 5 anni di elementari, 3 di middle school e 4 di high school. Sono tutte a tempo pieno, con un orario che si aggira intorno alle 8 ore (in genere fino alle 15/15,30). Dopo di che lo studente può decidere di rimanere a scuola per le altre attività (sport, drama, musica, studio ecc). Io ho esperienza solo della High school. Questa è di tipo unico, ossia non è divisa per indirizzi come da noi, ma al suo interno sono presenti tutti i vari indirizzi: artistico, scientifico, umanistico, tecnico ecc. (c’erano persino le officine meccaniche). Alcune materie sono obbligatorie e il percorso viene deciso di semestre in semestre con i responsabili dell’orientamento (di solito degli psicopedagogisti specializzati, che controllano anche l’andamento scolastico dello studente, quindi voti, progressi ecc). Ovviamente molto dipende da ciò che lo studente intende fare in seguito, se per esempio andrà al college molte materie andranno svolte in modo più approfondito anche in base al tipo di test di ammissione all’università che dovranno sostenere. Indipendentemente da questo aspetto però, l’idea che è alla base del sistema d’istruzione americano, e che ho trovato interessante al di là delle molte falle, è l’assunto che qualunque studente ha delle inclinazioni naturali ed è compito della scuola quello di aiutarlo a tirarle fuori e di coltivarle. Questo ha anche un ovvio impatto positivo sull’autostima dei ragazzi che, al di là delle differenze con altri ragazzi, sentono di “riuscire” in alcune materie o settori.
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18 Dicembre 2024 alle 11:21 #2897Alessandro NardinPartecipante
Grazie Caterina, penso siamo tutti d’accordo nell’indirizzare il sistema di istruzione verso la conclusione un anno prima, per svariati benefici. Resta da capire a quale ciclo di istruzione sottrarre l’anno.
Ho dato un rapido sguardo di insieme, nei paesi di riferimento, la scuola media o non c’è, ma se c’è dura tre anni. Tu stessa ci porti ad esempio il sistema americano.
Come considerazione generale, mi viene da dire che un ciclo di due anni non avrebbe molto senso, rischierebbe di rimanere qualcosa di incompiuto che, in quanto tale, è meglio venga assorbito negli altri due cicli. Come osservazione personale, basata sull’esperienza, appare evidente come in ogni ultimo anno di ciclo si assista a uno “scatto di maturazione” negli studenti, vale per la quinta elementare, vale per la t4erza media e vale, a maggior ragione, per le superiori, in cui l’ultimo anni coincide con il primo della maggiore età. Questo comporta che ogni ciclo possa essere portato a termine con uno sguardo di insieme più completo: si tratta, insomma, dell’anno in cui “tirare le somme” (oppure identificare meglio i cicli, uniformando le età e togliendo l’anno alla primaria: a 10 anni, insomma, sarebbe possibile affrontare una proposta didattica più articolata e cominciare il nuovo corso, idem per il passaggio successivo).
Premesso che, se dovessi scegliere, taglierei un anno di secundaria di II grado, perchè credo che la secondaria di I, opportunamente reindirizzata ad una propria specificità, possa offrire strumenti preziosi nella formazione, tali da permettere un miglior processo di apprendimento nel ciclo successivo.
Il punto debole è e rimane sempre quello: la secondaria allo stato attuale è un “doppio doppione”. Doppione in ritardo rispetto alla primaria e un doppione in anticipio rispetto al liceo.
Il passaggio alla didattica delle competenze è tanto sbandierato quanto trascurato nei fatti: siamo ancora prigionieri di una didattica nozionistica. Ma se l’aspetto contenutistico può avere senso alla primaria (dove si prende confidenza con la gestione delle prime informazioni) e alle superiori (dove i contenuti di disciplina diventano imprescindibili, trasformando l’apprendimento in specifiche capacità attive), alle medie è indispensabile formare gli strumenti dell’apprendimento: non imparare ma imparare ad imparare (una delle competenze chiave di cittadinanza).
Questo purtroppo non avviene: perché?
Qui concordo con quanto espresso da voi e da altri nel forum: manca un’adeguata e specifica formazione dei docenti. Per i meccanismi di reclutamento, spesso il docente delle medie è un docente di liceo che “non ce l’ha fatta”, in attesa di chiamata al grado superiore, questo anche perchè i binari in ingresso coincidono.
In estrema sintesi: Alla scuola media occorre indirizzare gli sforzi perchè i ragazzi imparino ad utilizzare al meglio le capacità, indirizzandoli al COME apprendere e allontanandosi il più possibile dal COSA apprendere, aspetto che è rimasto tuttora sulla carta: prova ne è la assoluta impreparazione con cui gli studenti arrivano alle superiori e, conseguenza ultima, i tragici risultati OCSE appena visti.
Come intervenire? Metto sul piatto una proposta: abolire l’obbligatorietà dell’adozione dei libri di testo (a tutt’oggi inutili mini-enciclopedie onnicomprensive utilizzate dai ragazzi solo in minima parte) e favorire la produzione autonoma di materiali da parte di docenti o reti di docenti, favorendone la natura imprenditoriale. L’operato dei docenti più meritevoli e intraprendenti, insomma, sarebbe collocato sul mercato e da esso ne deriverebbe il meritato riconoscimento.
Pensate valga la pena orientarsi in tale direzione? Sarebbe un primo passo concreto verso un incetivo a adottare nuovi criteri.
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20 Dicembre 2024 alle 13:08 #2906Manuela ArataPartecipante
Grazie a tutti. Come ho accennato anche in riunione mi sono inserita in questo gruppo perché, forte dell’esperienza del Festival della Scienza, mi sono convinta che l’orientamento che viene fatto negli anni del liceo sia tardivo (e riguarda in realtà solo coloro che vogliono proseguire con l’alta formazione). Invececredo si debba investire durante le scuole medie, età nella quale i ragazzi sono in subbuglio per i cambiamenti fisici e psichici che stanno subendo. Non sono l’unica a dire che le scuole medie sono il buco nero dell’istruzione in Italia. E in effetti se ci pensate i ragazzini passano dall’imparare “giocando” o comunque in maniera leggera e concreta, alla totale teorizzazione delle nozioni alle medie. Propongo quindi che alle medie, attraverso un tempo pieno, si integri la formazione teorica con sperimentazioni pratiche in tutti i settori: non solo matematica e scienze, ma anche lingue, storia e argomenti non scientifici possono infatti essere resi gradevoli ed entusiasmanti se trasformati in attività laboratoriali. In questo modo inoltre si aiutano i ragazzi a scoprire le proprie attitudini e vocazioni, mettendoli quindi in condizione di applicare i propri talenti e di imboccare la strada che vogliono seguire (non quella dettata dalle famiglie tout court). Naturalmente sono andata a guardare i due sistemi migliori al Mondo, quello finlandese e quello coreano focalizzato su STEAM – Science, Technology, Engineering, Arts & Mathematics, che dà grandissimi risultati. Con una nota di rammarico: siamo il Paese di Maria Montessori e da decenni non riusciamo ad avere una buona idea sul tema cruciale del Paese, che è l’Educazione. Perché non siamo riusciti a farne un tema di tutti i cittadini e chiunque abbia toccato l’argomento ne è rimasto folgorato, dal grande Luigi Berlinguer a Renzi con la buona scuola che in fondo era il progetto di Berlinguer, che si è schiantato sul tema della valutazione… bisogna essere molto forti!
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22 Dicembre 2024 alle 8:32 #2917Manuela ArataPartecipante
Concordo. A quell’età (attuali scuole medie) è acclarato che i ragazzi sono indeboliti dai cambiamenti legati alla crescita, quindi invece di riempirli di concetti astratti si dovrebbe puntare ad un insegnamento molto coinvolgente che contenga tanta attività laboratoriale, non solo nelle materie tipicamente sperimentali come quelle scientifiche. L’attuazione di un tempo pieno che comprenda attività applicative dei concetti impartiti (oltre ad ore dedicate allo sport e alle arti) consentirebbe inoltre ai ragazzi di mettersi alla prova, scoprendo le proprie vocazioni e capacità nei vari ambiti. Questo aiuterebbe anche a fare scelte di scuole superiori più adatte alle proprie attitudini aprendo all’autodeterminazione verso l’alta formazione e/o il lavoro. La mia convinzione nasce dai decenni dedicati al coinvolgimento dei ragazzi nella sperimentazione scientifica che hanno registrato enorme successo di partecipazione e di apprezzamento.
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22 Dicembre 2024 alle 8:34 #2918Manuela ArataPartecipante
Così come testimoniato dagli incrementi registrati a suo tempo (in particolare negli anni 2008-2015) nelle iscrizioni alle Facoltà scientifiche grazie al Festival della Scienza a Genova.
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22 Dicembre 2024 alle 19:35 #2919EnricoTrainoPartecipante
Buonasera a tutti.
Mi sembra che molti interventi si siano concentrati sull’articolazione dell’istruzione in livelli. Lo ritengo un tema rilevante e provo ad intervenire su questo, mentre forse i temi relativi al reclutamento ed alla formazione dei docenti ed agli strumenti didattici potrebbero trovare spazio all’interno di altri filoni di discussione.
Concordo con l’opportunità (almeno a livello teorico, perché le difficoltà pratiche ed organizzative sono significative), di riorganizzare i livelli dell’istruzione di base, per tre ragioni:
1. I cicli scolastici attuali, come è stato osservato, in particolare nelle scuole elementari e medie sono troppo nozionistici e ripetitivi. Che senso ha studiare la storia più volte, ed in particolare iniziare lo studio della storia alle elementari, quando a quell’età non può che consistere nell’apprendimento di poche ed elementari nozioni?
2. La scuola dell’obbligo è stata estesa a 16 anni, senza che i cicli scolastici ed i programmi didattici fossero ripensati coerentemente.
3. 14 anni sono pochi per scegliere un indirizzo, e questa scelta anticipata è probabilmente alla base di molti dei ripensamenti che si verificano.
In funzione di quanto sopra, sarebbe più coerente riorganizzare l’educazione di base in due cicli, il primo di cinque anni corrispondente alla attuale scuola primaria (6-11 anni), seguito da un successivo ciclo di 5 anni (12-16) da ripensare come un unico ciclo organico, che corrisponderebbe all’attuale scuola media e al biennio delle attuali scuole superiori. Questo secondo ciclo potrebbe mirare a costruire delle basi culturali solide e comuni sia in campo STEM che storico, letterario e nelle lingue straniere.
I successivi tre anni potrebbero essere più indirizzati, ma gli studenti arriverebbero a questa scelta più consapevoli e maturi sulle proprie capacità, interessi ed aspirazioni.
Una riorganizzazione di questo tipo sarebbe ovviamente assai complessa, perché richiederebbe un ripensamento profondo dei programmi, una rivisitazione degli inquadramenti dei docenti, e addirittura il riassetto dell’articolazione infrastrutturale. Tuttavia assisteremo nei prossimi anni ad una riduzione numerica della popolazione scolastica, il che genererà ridondanze di personale docente ed edifici scolastici che renderebbero la transizione un pò meno ardua.
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22 Dicembre 2024 alle 21:16 #2920Alessandro NardinPartecipante
Buongiorno,
vorrei condividere con i partecipanti al topic le puntuali analisi svolte dalla Fondazione Agnelli, che offrono fondamentali spunti di riflessione sulla attuale situazione della Secondaria I Gr.
Potete trovare l’ultimo studio (2021) a questo link:
https://scuolamedia.fondazioneagnelli.it/
Le osservazioni convergono esattamente sul nodo centrale su cui dovremmo formulare proposte: come stimolare l’efficacia per questi anni di cruciale cambiamento.
Vero è che l’alternativa dell’assimilazione della scuola media al ciclo superiore, come osservato da Enrico, è oggettivamente valida (mantenendo comunque una specificità di contnenuti per questi tre anni incriminati rispetto al biennio successivo). Anche in questo caso, assisteremmo comunque alla necessità di rendere l’insegnamento per la fascia 11-14 specifico ed efficace.
Avrei piacere a parlarne, al rientro dalle vacanze invernali. Nel frattempo, potremmo approfondire i punti nevralgici e preparare proposte organiche.
Buone feste a tutti e a presto
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23 Dicembre 2024 alle 0:04 #2921Manuela ArataPartecipante
Grazie, ci ritrovo molti dei miei pensieri. Emerge infatti la proposta, attraverso il tempo pieno, di far esprimere i ragazzi in forme laboratoriali dove possono scoprire le proprie attitudini e capacità. Naturalmente non limitatamente all’arte, alla creatività e alle materie umanistiche. Questo Paese ha un bisogno estremo di tecnici, quindi utile sarebbe la sperimentazione anche in campo scientifico e tecnologico, per permettere ai ragazzi di scoprire materie considerate ostiche e invece molto appassionanti.
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23 Dicembre 2024 alle 10:02 #2922EnricoTrainoPartecipante
@Alessandro @all
molto interessante il report della Fondazione Agnelli. Tra l’altro alcuni punti sono specifici per la scuola media, altri, come quelli relativi alla formazione dei docenti, mi sembrano estendibili anche ad altri ordini di scuola.
Report quasi esaustivo, mi sembra; l’unico tema non toccato mi sembra quello relativo all’opportunità di ripensare anche il programma didattico.
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23 Dicembre 2024 alle 13:30 #2926Barbara VerzaPartecipante
Nella chat si era sollevata anche la riflessione sul nr dei bambini e delle famose classi pollaio.
lascio un contributo che potrebbe essere servire
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28 Dicembre 2024 alle 12:46 #2931Manuela ArataPartecipante
Secondo me quello delle classi pollaio è l’ultimo dei nostri problemi, visto che con la rapidissima decrescita della popolazione infantile ci troveremo a gestire il problema opposto, e cioè di scuole dove ci sono più insegnanti che studenti…
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29 Dicembre 2024 alle 10:35 #2933Barbara VerzaPartecipante
La denatalita si farà sentire tra 20 anni, ci sono gli immigrati che compensano, la questione non deve mai essere posta con la diminuzione degli alunni nel tempo, perché cmq è per realizzare una didattica per competenze ed innovativa e con troppi alunni non ci riesci…
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2 Gennaio 2025 alle 10:19 #2935Andrea GiovannelliPartecipante
Buongiorno a tutti e buon anno.
Sul tema in oggetto mi sembra interessante quanto propone Stefania Marchetti su Micromega, quinto numero del 2019 dedicato interamente alla scuola, dal titolo “Almanacco della scuola”.
“…estendere la scuola elementare fino agli 11 anni di età e rendere gli ultimi due anni di scuola media (dove nascono i bulletti, che si sentono i “grandi”), i primi due della scuola superiore, in modo che si trovino a essere i più piccoli fra i grandi. Sarebbe preferibile organizzare questa nuova scuola superiore, che inizierebbe dunque a 12 anni, non per classi ma per corsi personalizzati (secondo il modello anglosassone che prevede poi a 16 anni degli esami nazionali): ci sarebbero materie obbligatorie e materie facoltative. Questo modello presenta diversi vantaggi e avrebbe diverse ricadute positive:
1) con un percorso personalizzato gli studenti potrebbero essere “bocciati” in una materia, ma andare avanti nelle altre, con la possibilità di ripetere solo l’annualità della materia obbligatoria e di sostituire le materie facoltative da un anno all’altro..
2) il modello a materie facoltative creerebbe scuole meno omologate e stereotipate, evitando la ghettizzazione di alcuni istituti: oggi molti non scelgono gli istituti tecnici perché sono malvisti dal punto di vista sociale ma le materie che vi si insegnano sono potenzialmente interessanti per molti studenti, allo stesso tempo al liceo vanno spesso persone che non ne hanno le capacità ma vogliono evitare un contesto sociale degradato..
3) si avrebbe una scuola strutturalmente più dinamica ed efficace perché i ragazzi cambierebbero aula a fine lezione, prendendosi una pausa ad ogni cambio d’ora (molto importante , in una generazione che è sempre meno capace di concentrarsi per lunghi periodi); di conseguenza ogni aula sarebbe «dedicata» a una materia, con tutti gli strumenti che servono a quell’insegnamento (i laboratori di arte coi materiali necessari, le aule di lingue straniere con i supporti audiovisivi, mappe e dizionari per l’italiano , geografia e storia e così via).
Certo, questo eliminerebbe la classe, che è il luogo che crea comunità: ma oggi è ancora così? Di fatto, nelle classi di oggi io vedo solo regnare la maleducazione di piccoli bulli..”
In questo estratto ci sono delle indicazioni alcune delle quali sono state già in parte espresse in interventi precedenti e sulle quali è opportuno continuare a riflettere.
Per quanto riguarda la riduzione di un anno dell’intero ciclo di studi, sono contrario. Non vedo come, ceteris paribus, questo possa dare un valore aggiunto. Al momento, un anno in meno significa ancor meno preparazione dei giovani, ancor più analfabetismo. Allo stesso tempo non allungherei l’obbligo scolastico a 18 anni perché ci sono molti giovani che semplicemente non vogliono studiare (Su questo segnalo l’intervento di Paolo Ferratini https://www.rivistailmulino.it/a/sull-obbligo-scolastico). Sono d’accordo invece nel non anticipare l’entrata a scuola.
Giustamente si invita a guardare le best practice in campo internazionale. In Finlandia, che ha uno dei migliori sistemi scolastici del mondo, la scuola inizia a sette anni. A 16 anni i giovani possono decidere se proseguire gli studi oppure no. Se decidono di farlo hanno due opzioni: il liceo, che prepara agli studi accademici, e la scuola professionale, che offre delle competenze in un certo mestiere e dà la possibilità di continuare con la scuola universitaria professionale.
Mi fermo qui per ora. Grazie a tutti e a presto per ulteriori riflessioni.
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4 Gennaio 2025 alle 11:55 #2938EnricoTrainoPartecipante
Buongiorno. Mi sembra di vedere una buona convergenza nella individuazione dei problemi presentati dal sistema scolastico nella sua articolazione attuale, mentre c’è una certa varietà nelle soluzioni proposte. Proverei allora a sintetizzare alcuni punti di convergenza che vedo ripetersi in diversi contributi.
1.Necessità di superare la ripetizione degli argomenti tra i diversi cicli di studi, ed il prevalere di un approccio nozionistico, non basato sulle specifiche necessità delle diverse fasi dello sviluppo evolutivo
“eliminando in particolare le ridondanze di argomenti del programma delle medie nel passaggio tra 5 elementare e I media e ancor più nel passaggio dalle medie alla I superiore” (ELG)
“Il punto debole è e rimane sempre quello: la secondaria allo stato attuale è un “doppio doppione”. Doppione in ritardo rispetto alla primaria e un doppione in anticipio rispetto al liceo. Il passaggio alla didattica delle competenze è tanto sbandierato quanto trascurato nei fatti: siamo ancora prigionieri di una didattica nozionistica. Ma se l’aspetto contenutistico può avere senso alla primaria (dove si prende confidenza con la gestione delle prime informazioni) e alle superiori (dove i contenuti di disciplina diventano imprescindibili, trasformando l’apprendimento in specifiche capacità attive), alle medie è indispensabile formare gli strumenti dell’apprendimento: non imparare ma imparare ad imparare (una delle competenze chiave di cittadinanza).” AN
“(in merito al report della Fondazione Agnelli) Le osservazioni convergono esattamente sul nodo centrale su cui dovremmo formulare proposte: come stimolare l’efficacia per questi anni di cruciale cambiamento. Vero è che l’alternativa dell’assimilazione della scuola media al ciclo superiore, come osservato da Enrico, è oggettivamente valida (mantenendo comunque una specificità di contenuti per questi tre anni incriminati rispetto al biennio successivo). Anche in questo caso, assisteremmo comunque alla necessità di rendere l’insegnamento per la fascia 11-14 specifico ed efficace.” AN
Non sono l’unica a dire che le scuole medie sono il buco nero dell’istruzione in Italia. E in effetti se ci pensate i ragazzini passano dall’imparare “giocando” o comunque in maniera leggera e concreta, alla totale teorizzazione delle nozioni alle medie. Propongo quindi che alle medie, attraverso un tempo pieno, si integri la formazione teorica con sperimentazioni pratiche in tutti i settori: non solo matematica e scienze, ma anche lingue, storia e argomenti non scientifici possono infatti essere resi gradevoli ed entusiasmanti se trasformati in attività laboratoriali. (…) A quell’età (attuali scuole medie) è acclarato che i ragazzi sono indeboliti dai cambiamenti legati alla crescita, quindi invece di riempirli di concetti astratti si dovrebbe puntare ad un insegnamento molto coinvolgente che contenga tanta attività laboratoriale, non solo nelle materie tipicamente sperimentali come quelle scientifiche. (MA)
2, Necessità di posticipare l’età della scelta verso un indirizzo (od eliminare questa scelta rigida, attraverso una organizzazione più flessibile dell’ultimo ciclo)
I cicli scolastici attuali, come è stato osservato, in particolare nelle scuole elementari e medie sono troppo nozionistici e ripetitivi. Che senso ha studiare la storia più volte, ed in particolare iniziare lo studio della storia alle elementari, quando a quell’età non può che consistere nell’apprendimento di poche ed elementari nozioni? La scuola dell’obbligo è stata estesa a 16 anni, senza che i cicli scolastici ed i programmi didattici fossero ripensati coerentemente. 14 anni sono pochi per scegliere un indirizzo, e questa scelta anticipata è probabilmente alla base di molti dei ripensamenti che si verificano. (ET)
In Finlandia, che ha uno dei migliori sistemi scolastici del mondo, la scuola inizia a sette anni. A 16 anni i giovani possono decidere se proseguire gli studi oppure no. (AG)
3, Organizzazione più flessibile dell’ultimo ciclo di studi, basato non più su indirizzi rigidi, ma fondendo più indirizzi attuali in uno unico, strutturato su materie obbligatorie e materie facoltative
“High school. Questa è di tipo unico, ossia non è divisa per indirizzi come da noi, ma al suo interno sono presenti tutti i vari indirizzi: artistico, scientifico, umanistico, tecnico ecc. (c’erano persino le officine meccaniche). Alcune materie sono obbligatorie e il percorso viene deciso di semestre in semestre con i responsabili dell’orientamento (di solito degli psicopedagogisti specializzati, che controllano anche l’andamento scolastico dello studente, quindi voti, progressi ecc).” (CS)
“I successivi tre anni potrebbero essere più indirizzati, ma gli studenti arriverebbero a questa scelta più consapevoli e maturi sulle proprie capacità, interessi ed aspirazioni… e si potrebbero certamente strutturare su materie obbligatorie e materie facoltative, aggiungo ora (ET)
- Questa risposta è stata modificata 4 giorni, 3 ore fa da EnricoTraino.
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5 Gennaio 2025 alle 23:49 #2948Alessandro NardinPartecipante
Benritrovati, e scusate la latitanza coincidente con le festività (auguri a tutti in ritardo).
I diversi interventi convergono tutti su una comune necessità: rivedere la proposta formativa, per superare tutto ciò che concorre a dare alla scuola quel senso di immobilismo che si ripercuote sulla nostra società. Vi condivido però alcune osservazioni informali scaturite da chiacchierate festive: chi ha fatto esperienze con l’estero, rileva spesso come gli studenti italiani siano complessivamente più preparati degli stranieri; a monte di questa considerazione, ed è una condizione acclarata, c’è il fatto che in Italia “si studia di più”. Allora, perché tanti ritardi in molti ambiti (dati OCSE alla mano)? E’ possibile che si studi di più, ma si studi peggio (ovvero in modo fine a se stesso, studiare per studiare)? E’ possibile che questo senso di “studi mai conclusi” si ripercuotano sui tempi, mettendo i ragazzi a confronti con la vita, la società e il mondo del lavoro molto più tardi rispetto agli altri paesi?
Questo gap è sicuramente attenzionato dal Ministero e dalle sue diramazioni operative (INDIRE e INVALSI), ma quello che stenta è il passare dalla teoria alla pratica.
La domanda che vorrei condividere qui è quindi questa: posta comunque la necessità di un ciclo intermedio che sia autonomo o assorbito in uno dei due cicli (vuoi il precedente o il conseguente), c’è qualcosa che operativamente può essere tentato perchè questa trasformazione della didattica da teorica diventi pratica?
Personalmente, sto finendo di stendere una bozza di proposta che riguardi due aspetti: la formazione di una docenza specializzata nell’età pre-adolescenziare, a cui affidare alcuni compiti indispensabili nel processo formativo, già esistenti ma gestiti in modo randomizzato, e l’abolizione dell’obbligo del libro di testo alle medie (dell’obbligo, non del libro in sé), per stimolare proposte innovative e condivisione di buone pratiche.
Chiedo scusa per una mia evidente mancanza di “competenze digitali”, ma non trovo il modo di allegare un file agli spazi del forum: se sapete indicarmi la modalità, posso procedere, altrimenti troverò un modo alternativo per condividere la mia proposta, che, come tale, vorrei beneficiasse del maggior numero di osservazioni possibili.
Ricordo che l’obiettivo finale delle nostre conversazioni deve essere una proposta organica, e vorrei ringraizare tutti per i contributi inviati, tutti perfettamente orientati in questa direzione.
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8 Gennaio 2025 alle 9:56 #2952Manuela ArataPartecipante
Sono molto d’accordo con te. Ho proposto, per l’esperienza maturata in 12 anni di conduzione del Festival della Scienza a Genova che ha ottenuto risultati straordinari in termini di attrazione dei ragazzi verso le materie STEAM, di integrare la troppo teorica formazione delle scuole medie con un tempo pieno in gran parte dedicato ad attività sperimentali di laboratorio, che consentano ai ragazzi di testare le proprie attitudini e capacità e quindi cominciare a scegliere in quella fase il percorso di formazione più adatto per il loro futuro. L’orientamento fatto al liceo infatti serve solo per chi vuole proseguire con l’Università, ma gli altri?
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8 Gennaio 2025 alle 14:50 #2953CaterinaSimonPartecipante
Buongiorno a tutti e benritrovati, complimenti per gli interventi che trovo molto stimolanti, vorrei contribuire con alcune osservazioni.
Dovremmo includere nella discussione la scuola elementare. I test internazionali segnalano una graduale perdita di competenze già evidente nella quarta classe; A questo livello, infatti, mentre l’Italia è ancora ai primi posti nei test di lettura, precipita invece agli ultimi sia in quelli di matematica sia in quelli di scienze. Questo viene confermato dai test nazionali che indicano un costante declino dei livelli di apprendimento fra i 7 e i 16 anni. Di conseguenza concentrarsi solo sul cattivo risultato delle medie rischia di non farci vedere le potenziali falle precedenti.
Non sono d’accordo con l’idea di eliminare alcune materie alle elementari (l’esempio citato è la storia) penso al contrario che bisognerebbe sfruttare molto meglio questi anni in cui le menti sono particolarmente vivaci e aperte e di cui bisogna sviluppare tutte le potenzialità. Un argomento che mi sta particolarmente a cuore è quello della musica, il nostro Paese ha avuto sino a pochi decenni fa i migliori direttori d’orchestra, musicisti e cantanti a livello mondiale, adesso credo che la maggior parte dei giovani non sarebbe in grado di riconoscere Giuseppe Verdi da una foto. In Germania in ogni casa si suona uno strumento e l’apprendimento avviene a scuola sin dalle elementari (lo stesso negli USA). Credo che la scuola debba dare ai ragazzi, soprattutto nei primi anni, il massimo ventaglio di “materie” possibili in modo da individuare talenti e inclinazioni e coltivarle.
Riguardo al secondo ciclo di studi mi pare ci sia un sostanziale accordo sull’idea che si superi la rigida divisione in indirizzi (licei, istituti tecnici ecc). Personalmente preferisco un sistema simil-finlandese (ma anche inglese) con delle elementari lunghe e un secondo ciclo che termina a 16 anni + 2 anni aggiuntivi per chi vuole andare all’Università o intenda “specializzarsi” in qualifiche tecniche (perito chimico, industriale ecc). Lo stato dovrebbe stabilire delle materie obbligatorie e dei target di competenze da raggiungere per ciascuna materia con test annuali per controllare il raggiungimento. L’economia deve essere inclusa tra le materie obbligatorie, niente di particolarmente approfondito, giusto i rudimenti indispensabili per poter essere un cittadino-elettore consapevole ( e non credere a qualunque panzana).
Come ultima considerazione vorrei sottolineare che la Finlandia ha il sistema di gran lunga migliore anche perchè ha gli insegnanti migliori, formati e reclutati in modo rigorosissimo.
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