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18 Dicembre 2024 alle 17:17 #2899Annalia BianchiPartecipante
Buongiorno,
ritengo che per una scuola che recuperi la sua piena funzione formativa non si possa che partire da una integrale revisione della normativa che regola il reclutamento dei docenti , la loro carriera, la valutazione sul merito del loro lavoro e di conseguenza la loro retribuzione.
Vi sottopongo la mia personale visione di come si dovrebbe procedere.RECLUTAMENTO e CONCORSI
Le attuali modalità di selezione sono a dir poco RIDICOLE:
– gli aspiranti docenti devono essere in possesso, oltre che di laurea magistrale, di 60 crediti formativi procurati attraverso corsi ed esami più o meno farsa (a pagamento) presso tutti gli atenei ( telematici compresi). La ridda dei concorsi e’ impossibile da decifrare… a cattedra senza abilitazione ( che se lo superi ma non entri in ruolo non vale più nulla), con abilitazione ecc…un ginepraio difficile da capire anche per gli aspiranti.
– le prove d’esame :
un test ( se non erro di 30/40 domande) a risposta multipla su argomenti vari, dalla cultura generale alla didattica passando attraverso nozioni di psicologia, legislazione ecc ;
– una lezione simulata su argomento estratto a sorte il giorno prima.
STOP.
RISULTATI: ( basati sulla mia concreta permanenza trentennale nella scuola secondaria) : docenti assolutamente impreparati sulle discipline e spesso purtroppo totalmente inadeguati all’insegnamento.PROPOSTA:
a) preselezione dei candidati che attesti l’ attitudine alla docenza basata sul possesso di requisiti imprescindibili quali AUTOREVOLEZZA, EMPATIA, CAPACITÀ COMUNICATIVE.
Dobbiamo avere il coraggio di affermare con chiarezza che l’insegnamento non e’, come tanti altri, mestiere per tutti. Senza ipocrisie.b) prove serie scritte e orali che attestino la conoscenza approfondita della propria disciplina
Se si superano i due step si e’ abilitati all’insegnamento e al momento della immissione in ruolo si svolge il primo anno di prova non come docente di cattedra ma come “ junior “ ovvero affiancando uno o più tutor in classe e apprendendo, attraverso anche lezioni apposite organizzate dal ministero, tutte le conoscenze ulteriori necessarie allo svolgimento della funzione docente. ( quelle oggi oggetto di mercimonio con le università per acquisire i 60 crediti a pagamento, svolte in modo spesso totalmente inutile) .
Al termine dell’anno di prova e superato lo stesso si e’ docenti di ruolo a tutti gli effetti con assegnazione della propria cattedra.
CARRIERA DOCENTI
Ritengo che la progressione di carriera ( e del relativo stipendio) non debba essere solo automatica ma mista, ovvero che debba essere composta di una parte dovuta alla normale anzianità di servizio e una parte che deriva da valutazione sul merito del proprio operato.
Le modalità possono e devono essere accuratamente analizzate ma ritengo che ad essere premiata debba essere innanzitutto l’efficacia dell’insegnamento in termini di competenze e conoscenze acquisite dagli alunni. Oltre che il regolare adempimento dei propri doveri anche di tipo amministrativo e le capacità di coinvolgimento della classe e del singolo.che ne pensate?
Annalia Bianchi
( docente di discipline giuridiche ed economiche)
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23 Dicembre 2024 alle 10:38 #2924EnricoTrainoPartecipante
Buongiorno Annalia e buongiorno a tutti. L’intervento di Annalia mi sembra certamente condivisibile.
A me pare infatti che questo topic abbia una rilevanza fondamentale (la qualità della didattica dipende al 90% dalle capacità dei docenti) e quindi meriti in effetti di essere trattato separatamente dagli altri; anzi, andrebbe addirittura suddiviso in tre: 1. RECLUTAMENTO ; 2. FORMAZIONE 3.VALUTAZIONE e CARRIERA. In merito ai punti 2 e 3 riporto in corsivo quanto contenuto nel report della Fondazione Agnelli sulla scuola media che altri hanno segnalato, che mi sembra valido ed estensibile sia alla media inferiore che superiore degli attuali cicli.
1. RECLUTAMENTO
Chiunque abbia avuto a che fare con i docenti italiani si è reso conto che solo una parte di questi svolgono il ruolo con passione, ed sono in genere proprio quelli che mostrano una predisposizione personale all’insegnamento, che significa non sono conoscere la materia, ma saperla spiegare, ed anche usare le leve motivazionali. Benissimo quindi nella selezione dei candidati provare a verificarne l’ attitudine alla docenza. Tema fondamentale, la cui rilevanza nei prossimi anni potrebbe tuttavia essere un pò ridotta dal fatto che causa calo demografico avremo meno studenti ed avremo bisogno di meno insegnanti.
2. FORMAZIONE (dal Report F.A)
Percorsi di formazione iniziale per la secondaria con forte orientamento alla didattica
Istituzione di un percorso universitario specifico per l’insegnamento nella secondaria.
Il requisito minimo dovrebbe essere il possesso di laurea triennale disciplinare e di laurea magistrale per l’insegnamento nella scuola secondaria. Si può dare la possibilità di accedere all’abilitazione anche attraverso percorsi accademici diversi, in particolare, percorsi connessi a un titolo di studio più elevato (master, specializzazione post-master o dottorato), a condizione che abbiano un forte contenuto didattico.
La magistrale per l’insegnamento dovrebbe ispirarsi al modello ‘parallelo’ diffuso in gran parte d’Europa (Germania, Olanda, Polonia, Paesi scandinavi), che prevede l’integrazione di apprendimenti teorici e pratica d’aula: insieme a un ulteriore rafforzamento della formazione disciplinare, la maggioranza dei crediti sarà focalizzata su una formazione pedagogica e di ricerca didattica, con esperienze in aula che precedono l’abilitazione.
Abilitazione molto selettiva, con prove pratiche che valutino le competenze didattiche.
Intensa formazione sul campo (durante la magistrale, ma anche nei primi anni di carriera)
Molto tempo speso nella pratica in classe con l’affiancamento di docenti mentor.
Sistematica riflessione sul metodo di insegnamento tramite osservazione tra pari e discussione del metodo di lavoro in classe (esempi: quality teaching round in Australia; problem-solving group in Finlandia; osservazione e videoregistrazione in Giappone e Shanghai).
Formazione al lavoro cooperativo con i colleghi (anche degli altri gradi di scuola per il curricolo verticale).
Approfondimento su metodi didattici specifici per preadolescenti e adolescenti, seguendo anche i suggerimenti delle neuroscienze.
Formazione in servizio obbligatoria, che comprenda un costante aggiornamento sull’evoluzione dei metodi di insegnamento e una periodica valutazione.
Consuetudine alle periodiche e frequenti osservazioni tra pari, discussioni del metodo di lavoro in classe con scambio di pratiche con i colleghi.3.VALUTAZIONE e CARRIERA
Qui il report della Fondazione Agnelli mi sembra un po’ più vago, e riporta:
Miglioramento dello status professionale
Progressioni di carriera in relazione all’acquisizione di crescenti responsabilità.
Progressioni retributive, anche in relazione a un prolungamento dell’orario di lavoro.Come ho riportato in altro thread di discussione su altro topic, sulla base della mia esperienza io penso che sia possibile ed anzi opportuno valutare l’efficacia della docenza anche attraverso questionari sulla efficacia della didattica somministrati agli studenti, e che questi possano avere un doppia valenza, da un lato fornire agli stessi docenti un feedback consentendogli di “aggiustare il tiro” e quindi di migliorare l’efficacia del proprio approccio didattico, e dall’altro costituire la base primaria per l’assegnazione di una quota di retribuzione individuale e meritocratica.
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23 Dicembre 2024 alle 15:06 #2927Annalia BianchiPartecipante
Buongiorno Enrico,
grazie! Come sempre mi trovo in profonda sintonia anche io con quanto da te condiviso. 🤗
Possiamo operare secondo me già una sintesi efficace tra quando da entrambi prodotto… ovviamente aperta a tutti gli altri contributi che eventualmente si aggiungano.
Il reclutamento, la formazione e la progressione di carriera basata anche su valutazione del merito sono trasversali a tutte le docenze ( primaria e secondaria ) e possono costituire un punto definito del nostro programma.Come ho detto anche ad Alessandra secondo me in questa fase non dobbiamo entrare troppo nel tecnico ma affermare linee di principio chiare … anche una eventuale proposta di legge, in quanto tale, non affronta necessariamente i tecnicismi…
questo topic e’ secondo me un punto essenziale per affermare un cambio di paradigma nella scuola.
Ovviamente ce ne sono altri che io riassumerei così :1) reclutamento, formazione, carriera dicenti ( appunto questo topic)
2) cicli : ridefinizione degli stessi in modo da portare l’uscita della scuola a 18 anni in conformità alla linea europea.
quindi riflessione sul ruolo e la durata della scuola media ( 2 anni?) o della stessa secondaria ( 4 anni?). Personalmente ritengo più appropriata la prima ipotesi ma e’ solo la mia idea…3) Curricula: ridefinizione degli stessi laddove necessario. ( esempio cambiamento nell’ insegnamento della educazione civica … totalmente demagogica ed inefficace. Meglio ore di diritto ed economia nelle classi terminali di tutti gli istituti… si possono non conoscere discipline specifiche ma non si può non essere cittadini consapevoli. )
4) organizzazione scolastica : taglio drastico della burocrazia
5) welfare scolastico: tempo pieno, mense ecc..
che ne dite?
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24 Dicembre 2024 alle 9:27 #2929EnricoTrainoPartecipante
A me sembra che l’organizzazione delle “position” su queste macro tematiche abbia molto senso.
Per quanto riguarda i curricula, io penso che anche all’interno dei licei debbano essere valorizzate le discipline STEM e impostato più chiaramente come facoltativo lo studio di latino e greco ma su questo si può ovviamente avere opinioni diverse.
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7 Gennaio 2025 alle 9:44 #2949Andrea GiovannelliPartecipante
Buongiorno a tutti.
Concordo con Enrico che la proposta di Annalia sul reclutamento dei docenti è molto sensata. Aggiungerei che in fase di preselezione andrebbe in qualche modo valutata anche la motivazione del candidato. Detto questo, prendo lo spunto per una riflessione più generale sul piano di lavoro. Non punterei a una riforma complessiva della scuola, perché sarebbe da una parte un approccio irrealistico, dall’altro probabilmente sbagliato. Se noi riuscissimo a elaborare una proposta intelligente su: reclutamento, riforma dei cicli, aspetti specifici dei curricula e taglio della burocrazia avremmo fatto già qualcosa di enorme secondo me.
In tutto questo dobbiamo tenere presente che c’è una cosa che si chiama PNRR. Dal mio punto di vista un piano idiota, più per come è stato pensato che per le risorse coinvolte. Ma perché dico teniamo presente il PNRR? Perché nel corso del lavoro dovremmo sempre chiederci se quello che andiamo a discutere già è trattato nel PNRR e come. Per evitare quindi un domani di sentirci dire, faccio un esempio, che sul digitale c’è già il PNRR che se ne occupa. Che sull’edilizia scolastica c’è già il PNRR che se ne occupa. E così via.
Poi c’è un altro aspetto ancora da tenere presente, in qualche modo anche questo legato al PNRR. Le risorse richieste dagli interventi proposti. Anche qui, dobbiamo evitare di fare proposte irrealistiche da un punto di vista di sostenibilità finanziaria. In un contesto dove, solo per fare un esempio, si prevede per i prossimi anni un aumento delle spese per la Difesa.
Lavoro difficile quindi ma proprio perché è difficile la politica negli ultimi anni ha scelto la via degli slogan perdendo credibilità.
Grazie a tutti e a presto.
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7 Gennaio 2025 alle 16:33 #2950Annalia BianchiPartecipante
Buongiorno Andrea e buongiorno a tutti.
Grazie Andrea per la tua condivisione…Come te ho pensato e penso che sia necessario concentrarsi su alcuni punti focali ( quelli che ho indicato e tu hai ricordato) che sarebbero già rivoluzionari per lo stato attuale della scuola. Pensare di rivoluzionare l’intera impostazione sull’esempio di altri paesi con storia e cultura scolastica profondamente diverse dalla nostra mi pare irrealistico ma anche inutile.
La nostra scuola ha perso terreno negli ultimi 20 anni ( ho scritto ieri sulla chat quali ritengo siano in buona misura le cause) ma fino a quel momento e’ stata una delle migliori al mondo.
Ho studenti da tanti anni che frequentano un anno di scuola in paesi anche extraeuropei ( Stati Uniti ma non solo)…l’ultimo e’ tornato stamattina dopo 6 mesi😂 ; quando tornano hanno ottenuto valutazioni altissime e dichiarano che il nostro sistema e’ decisamente più formativo… quando funziona ovviamente. E sappiamo che ultimamente funziona sempre meno.
Questo per dire che ritengo che siano quelli i punti su cui intervenire tornando a dare alla nostra scuola dignità, riconoscimento e prestigio.Il mio timore e’ che mettiamo troppa carne al fuoco a volte in modo un po’ ideologico o troppo dettagliato rischiando di perdere di vista l’obiettivo, ovvero far ri-decollare il nostro sistema formativo con ( per iniziare) pochi colpi ben assestati.
Stiamo cercando di scrivere il programma di un partito in merito alla scuola che possa anche divenire una proposta di legge … hai tecnicismi ci pensano gli uffici legislativi… noi dobbiamo secondo me scegliere e definire le linee di principio ed i contenuti essenziali.
Parlare di merito, riportare le conoscenze ( stem e non solo) alla dignità che meritano, ridefinire o correggere cicli e curricula, tagliare drasticamente la burocrazia. -
7 Gennaio 2025 alle 23:34 #2951Andrea GiovannelliPartecipante
“…Il mio timore e’ che mettiamo troppa carne al fuoco a volte in modo un po’ ideologico o troppo dettagliato rischiando di perdere di vista l’obiettivo, ovvero far ri-decollare il nostro sistema formativo con ( per iniziare) pochi colpi ben assestati…”..
Concordo assolutamente.
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