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8 Gennaio 2025 alle 21:15 #2956Alessandro NardinPartecipante
L’ultima sintesi di Annalia è molto efficace.
Concordo con la considerazione che, per eliminare un ciclo di studi, si renderebbe necessario smantellare una realtà infrestrutturale (anche materiale) già esistente, o comunque ripensarla in un modo che rischia di essere inutilmente dispendioso.
Concordo anche con l’osservazione che, di fatto, le medie non raddoppiano nulla nei contenuti. Anche la famigerata Storia era raddoppiata ai nostri tempi, oggi in prima media si comincia dal medioevo, dopo che alla primaria si affrontano preisotira e storia antica (ma anche lì, con quale consapevolezza? La democrazia ateniese è un concetto ben più complesso rispetto alle conquiste dell’età del ferro: siamo sicuri che il percorso cronologico sia l’unico possibile per affrontare la storia?).
Ecco quindi che primaria, medie e superiori, anche se non nei contenuti, sono nei metodi uno il doppio dell’altro, anche poerchè il sistema non riesce riesce a mettere la componente psicologica e pedagogica come prevalente rispetto a quella disciplinare, così che i contenuti continuino a prevalere su metodi e formazione delle capacità (anche perchè, diciamolo, insegnare così è più comodo anche per i docenti. “Ho insegnato francese? Sì. Ha imparato francese? No. Bocciato! Cit.)
Il triennio (o biennio, va benissimo valutare rispetto alle proposte) delle medie può e deve spezzare questa inerzia.
Ed è il segmento, oltretutto, in cui è più drammaticamente evidente il mancato inserimento di docenti con una formazione specifica: se alla primaria il titolo d’accesso è scienze della formazione primaria, per la secondaria non esiste un corso analogo, e si accede con il titolo di disciplina (come invece è giusto per la sec. 2gr). Questo è uno dei problemi che riduce le medie ad essere un liceino incompiuto. Nei meccanismi di accesso, almeno per alcuni ruoli, si potrebbe prendere in considerazione un adeguamento della formazione accademica, con un corso più specifico per l”educazione dell’età preadolescenziale, con particolare attenzione ai contributi delle neuroscienze.
Concordanza assoluta anche su smantellare e ricostruire l’obbrobrio disciplinare di Educazione Civica, con la previsione di offrire in uscita alle superiori formenti di economia, impresa e rgestione del isparmio (“Cento domeniche” insegna).
Invito ancora tutti i presenti a predisporre materiali, che possano confluire in un folder che il Forum sta preparando, ed integrare con osservazioni su quanto in esso verrà riposto. L’obiettivo è sempre un progetto coerente, chiaro e condiviso, come detto altrove da Annalia, che offra le linee di indirizzo, lasciando ai tecnici l’onere del dettaglio e della messa in costruzione.
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5 Gennaio 2025 alle 23:49 #2948Alessandro NardinPartecipante
Benritrovati, e scusate la latitanza coincidente con le festività (auguri a tutti in ritardo).
I diversi interventi convergono tutti su una comune necessità: rivedere la proposta formativa, per superare tutto ciò che concorre a dare alla scuola quel senso di immobilismo che si ripercuote sulla nostra società. Vi condivido però alcune osservazioni informali scaturite da chiacchierate festive: chi ha fatto esperienze con l’estero, rileva spesso come gli studenti italiani siano complessivamente più preparati degli stranieri; a monte di questa considerazione, ed è una condizione acclarata, c’è il fatto che in Italia “si studia di più”. Allora, perché tanti ritardi in molti ambiti (dati OCSE alla mano)? E’ possibile che si studi di più, ma si studi peggio (ovvero in modo fine a se stesso, studiare per studiare)? E’ possibile che questo senso di “studi mai conclusi” si ripercuotano sui tempi, mettendo i ragazzi a confronti con la vita, la società e il mondo del lavoro molto più tardi rispetto agli altri paesi?
Questo gap è sicuramente attenzionato dal Ministero e dalle sue diramazioni operative (INDIRE e INVALSI), ma quello che stenta è il passare dalla teoria alla pratica.
La domanda che vorrei condividere qui è quindi questa: posta comunque la necessità di un ciclo intermedio che sia autonomo o assorbito in uno dei due cicli (vuoi il precedente o il conseguente), c’è qualcosa che operativamente può essere tentato perchè questa trasformazione della didattica da teorica diventi pratica?
Personalmente, sto finendo di stendere una bozza di proposta che riguardi due aspetti: la formazione di una docenza specializzata nell’età pre-adolescenziare, a cui affidare alcuni compiti indispensabili nel processo formativo, già esistenti ma gestiti in modo randomizzato, e l’abolizione dell’obbligo del libro di testo alle medie (dell’obbligo, non del libro in sé), per stimolare proposte innovative e condivisione di buone pratiche.
Chiedo scusa per una mia evidente mancanza di “competenze digitali”, ma non trovo il modo di allegare un file agli spazi del forum: se sapete indicarmi la modalità, posso procedere, altrimenti troverò un modo alternativo per condividere la mia proposta, che, come tale, vorrei beneficiasse del maggior numero di osservazioni possibili.
Ricordo che l’obiettivo finale delle nostre conversazioni deve essere una proposta organica, e vorrei ringraizare tutti per i contributi inviati, tutti perfettamente orientati in questa direzione.
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22 Dicembre 2024 alle 21:16 #2920Alessandro NardinPartecipante
Buongiorno,
vorrei condividere con i partecipanti al topic le puntuali analisi svolte dalla Fondazione Agnelli, che offrono fondamentali spunti di riflessione sulla attuale situazione della Secondaria I Gr.
Potete trovare l’ultimo studio (2021) a questo link:
https://scuolamedia.fondazioneagnelli.it/
Le osservazioni convergono esattamente sul nodo centrale su cui dovremmo formulare proposte: come stimolare l’efficacia per questi anni di cruciale cambiamento.
Vero è che l’alternativa dell’assimilazione della scuola media al ciclo superiore, come osservato da Enrico, è oggettivamente valida (mantenendo comunque una specificità di contnenuti per questi tre anni incriminati rispetto al biennio successivo). Anche in questo caso, assisteremmo comunque alla necessità di rendere l’insegnamento per la fascia 11-14 specifico ed efficace.
Avrei piacere a parlarne, al rientro dalle vacanze invernali. Nel frattempo, potremmo approfondire i punti nevralgici e preparare proposte organiche.
Buone feste a tutti e a presto
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18 Dicembre 2024 alle 11:21 #2897Alessandro NardinPartecipante
Grazie Caterina, penso siamo tutti d’accordo nell’indirizzare il sistema di istruzione verso la conclusione un anno prima, per svariati benefici. Resta da capire a quale ciclo di istruzione sottrarre l’anno.
Ho dato un rapido sguardo di insieme, nei paesi di riferimento, la scuola media o non c’è, ma se c’è dura tre anni. Tu stessa ci porti ad esempio il sistema americano.
Come considerazione generale, mi viene da dire che un ciclo di due anni non avrebbe molto senso, rischierebbe di rimanere qualcosa di incompiuto che, in quanto tale, è meglio venga assorbito negli altri due cicli. Come osservazione personale, basata sull’esperienza, appare evidente come in ogni ultimo anno di ciclo si assista a uno “scatto di maturazione” negli studenti, vale per la quinta elementare, vale per la t4erza media e vale, a maggior ragione, per le superiori, in cui l’ultimo anni coincide con il primo della maggiore età. Questo comporta che ogni ciclo possa essere portato a termine con uno sguardo di insieme più completo: si tratta, insomma, dell’anno in cui “tirare le somme” (oppure identificare meglio i cicli, uniformando le età e togliendo l’anno alla primaria: a 10 anni, insomma, sarebbe possibile affrontare una proposta didattica più articolata e cominciare il nuovo corso, idem per il passaggio successivo).
Premesso che, se dovessi scegliere, taglierei un anno di secundaria di II grado, perchè credo che la secondaria di I, opportunamente reindirizzata ad una propria specificità, possa offrire strumenti preziosi nella formazione, tali da permettere un miglior processo di apprendimento nel ciclo successivo.
Il punto debole è e rimane sempre quello: la secondaria allo stato attuale è un “doppio doppione”. Doppione in ritardo rispetto alla primaria e un doppione in anticipio rispetto al liceo.
Il passaggio alla didattica delle competenze è tanto sbandierato quanto trascurato nei fatti: siamo ancora prigionieri di una didattica nozionistica. Ma se l’aspetto contenutistico può avere senso alla primaria (dove si prende confidenza con la gestione delle prime informazioni) e alle superiori (dove i contenuti di disciplina diventano imprescindibili, trasformando l’apprendimento in specifiche capacità attive), alle medie è indispensabile formare gli strumenti dell’apprendimento: non imparare ma imparare ad imparare (una delle competenze chiave di cittadinanza).
Questo purtroppo non avviene: perché?
Qui concordo con quanto espresso da voi e da altri nel forum: manca un’adeguata e specifica formazione dei docenti. Per i meccanismi di reclutamento, spesso il docente delle medie è un docente di liceo che “non ce l’ha fatta”, in attesa di chiamata al grado superiore, questo anche perchè i binari in ingresso coincidono.
In estrema sintesi: Alla scuola media occorre indirizzare gli sforzi perchè i ragazzi imparino ad utilizzare al meglio le capacità, indirizzandoli al COME apprendere e allontanandosi il più possibile dal COSA apprendere, aspetto che è rimasto tuttora sulla carta: prova ne è la assoluta impreparazione con cui gli studenti arrivano alle superiori e, conseguenza ultima, i tragici risultati OCSE appena visti.
Come intervenire? Metto sul piatto una proposta: abolire l’obbligatorietà dell’adozione dei libri di testo (a tutt’oggi inutili mini-enciclopedie onnicomprensive utilizzate dai ragazzi solo in minima parte) e favorire la produzione autonoma di materiali da parte di docenti o reti di docenti, favorendone la natura imprenditoriale. L’operato dei docenti più meritevoli e intraprendenti, insomma, sarebbe collocato sul mercato e da esso ne deriverebbe il meritato riconoscimento.
Pensate valga la pena orientarsi in tale direzione? Sarebbe un primo passo concreto verso un incetivo a adottare nuovi criteri.
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16 Dicembre 2024 alle 21:25 #2894Alessandro NardinPartecipante
Grazie Elia, contributo prezioso. Credo che un gruppo di lavoro sulla scuola debba essere aggiornato su altre esperienze, non per piaggeria esterofila ma, banalmente, per avere un minima di consapevolezza du ciò che altrove è già in essere.
Sei già nella chat wa di Riforma ?
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16 Dicembre 2024 alle 17:42 #2891Alessandro NardinPartecipante
Grazie Elia per avere rotto il ghiaccio.
La proposta di portare le medie (chiamiamole ancora così, se non altro per praticità immediata) a due anni anziché tre è sicuramente coerente con la necessità di ridurre di un anno il percorso formativo nel suo complesso.
Per approfondire in seguito il focus che hai evidenziato all’inizio (evitare ripetizioni e individuare una specifica proposta formativa) ti faccio una richiesta: quello che hai postato in asterisco, credo sia invece molto significativo per un tavolo di lavoro sul tema: hai conoscenza diretta dei come vengono organizzati i cicli scolastici, nello specifico per nella fascia di età pre-adolescenziale, nelle altre democrazie, in particolare quelle contraddisrtinte da una migliore efficacia del ciclo di studi?
Una tua analisi in merito sarebbe preziosa. Grazie
- Questa risposta è stata modificata 3 settimane, 3 giorni fa da Alessandro Nardin.
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