@caterinasimon
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8 Gennaio 2025 alle 14:50 #2953CaterinaSimonPartecipante
Buongiorno a tutti e benritrovati, complimenti per gli interventi che trovo molto stimolanti, vorrei contribuire con alcune osservazioni.
Dovremmo includere nella discussione la scuola elementare. I test internazionali segnalano una graduale perdita di competenze già evidente nella quarta classe; A questo livello, infatti, mentre l’Italia è ancora ai primi posti nei test di lettura, precipita invece agli ultimi sia in quelli di matematica sia in quelli di scienze. Questo viene confermato dai test nazionali che indicano un costante declino dei livelli di apprendimento fra i 7 e i 16 anni. Di conseguenza concentrarsi solo sul cattivo risultato delle medie rischia di non farci vedere le potenziali falle precedenti.
Non sono d’accordo con l’idea di eliminare alcune materie alle elementari (l’esempio citato è la storia) penso al contrario che bisognerebbe sfruttare molto meglio questi anni in cui le menti sono particolarmente vivaci e aperte e di cui bisogna sviluppare tutte le potenzialità. Un argomento che mi sta particolarmente a cuore è quello della musica, il nostro Paese ha avuto sino a pochi decenni fa i migliori direttori d’orchestra, musicisti e cantanti a livello mondiale, adesso credo che la maggior parte dei giovani non sarebbe in grado di riconoscere Giuseppe Verdi da una foto. In Germania in ogni casa si suona uno strumento e l’apprendimento avviene a scuola sin dalle elementari (lo stesso negli USA). Credo che la scuola debba dare ai ragazzi, soprattutto nei primi anni, il massimo ventaglio di “materie” possibili in modo da individuare talenti e inclinazioni e coltivarle.
Riguardo al secondo ciclo di studi mi pare ci sia un sostanziale accordo sull’idea che si superi la rigida divisione in indirizzi (licei, istituti tecnici ecc). Personalmente preferisco un sistema simil-finlandese (ma anche inglese) con delle elementari lunghe e un secondo ciclo che termina a 16 anni + 2 anni aggiuntivi per chi vuole andare all’Università o intenda “specializzarsi” in qualifiche tecniche (perito chimico, industriale ecc). Lo stato dovrebbe stabilire delle materie obbligatorie e dei target di competenze da raggiungere per ciascuna materia con test annuali per controllare il raggiungimento. L’economia deve essere inclusa tra le materie obbligatorie, niente di particolarmente approfondito, giusto i rudimenti indispensabili per poter essere un cittadino-elettore consapevole ( e non credere a qualunque panzana).
Come ultima considerazione vorrei sottolineare che la Finlandia ha il sistema di gran lunga migliore anche perchè ha gli insegnanti migliori, formati e reclutati in modo rigorosissimo.
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17 Dicembre 2024 alle 16:11 #2896CaterinaSimonPartecipante
Concordo sulla riduzione della scuola media a 2 anni, in modo da terminare il ciclo di studi a 18 anni allineandoci al resto dei nostri partner europei. Lascerei invece l’inizio della scuola a 6 anni, perchè, da quel che ho letto, la maggior parte degli studi indica come questa sia l’età più adeguata in base allo sviluppo psicofisico del bambino (e 5 anni e 3 mesi mi sembra difficile da applicare). Credo comunque che perlomeno in questi due primi cicli di studi sia indispensabile il tempo pieno obbligatorio. Al pomeriggio possono essere infatti offerte materie aggiuntive o che amplino quelle svolte al mattino, allo scopo di scoprire e coltivare precocemente talenti e inclinazioni presenti in ciascun bambino. Questi sono anni particolarmente fertili e di grande “verginità” mentale che dovrebbero essere sfruttati molto di più e in modo molto più mirato.
Credo comunque che niente funzionerà se non si mette mano con decisione al reclutamento degli insegnanti, non si arriva ai dati agghiaccianti riportati da TUTTI i test nazionali e internazionali senza una responsabilità pesante da parte di chi è materialmente responsabile dell’istruzione.
Per quello che riguarda gli altri sistemi scolastici ho esperienza diretta di quello statunitense. Ci possono essere differenze tra stato e stato ma in generale coincidono abbastanza. Il ciclo complessivo si compone di 5 anni di elementari, 3 di middle school e 4 di high school. Sono tutte a tempo pieno, con un orario che si aggira intorno alle 8 ore (in genere fino alle 15/15,30). Dopo di che lo studente può decidere di rimanere a scuola per le altre attività (sport, drama, musica, studio ecc). Io ho esperienza solo della High school. Questa è di tipo unico, ossia non è divisa per indirizzi come da noi, ma al suo interno sono presenti tutti i vari indirizzi: artistico, scientifico, umanistico, tecnico ecc. (c’erano persino le officine meccaniche). Alcune materie sono obbligatorie e il percorso viene deciso di semestre in semestre con i responsabili dell’orientamento (di solito degli psicopedagogisti specializzati, che controllano anche l’andamento scolastico dello studente, quindi voti, progressi ecc). Ovviamente molto dipende da ciò che lo studente intende fare in seguito, se per esempio andrà al college molte materie andranno svolte in modo più approfondito anche in base al tipo di test di ammissione all’università che dovranno sostenere. Indipendentemente da questo aspetto però, l’idea che è alla base del sistema d’istruzione americano, e che ho trovato interessante al di là delle molte falle, è l’assunto che qualunque studente ha delle inclinazioni naturali ed è compito della scuola quello di aiutarlo a tirarle fuori e di coltivarle. Questo ha anche un ovvio impatto positivo sull’autostima dei ragazzi che, al di là delle differenze con altri ragazzi, sentono di “riuscire” in alcune materie o settori.
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