Rispondo alla proposta del doppio binario, modello ungherese.
Non mi sembra un modello proponibile nell’attuale situazione della scuola italiana. Non lo trovo neppure corretto come modello educativo per tutti, forse solo efficace per chi voglia coltivare solo dei talenti e spiego perchè. Il modello italiano definito standard cioè uniformante per tutti, oggi si trova in una situazione così negativa e compromessa da non avere i requisiti qualitativi per essere definito tale. La scuola italiana è così arretrata e vetusta che non limita soltanto gli studenti più dotati, non riesce a offrire neppure un modello educativo valido per tutti. Il problema non sta nella domanda, cioè gli studenti e le famiglie ma nell’offerta, i programmi e soprattutto chi insegna. Ci vorrebbe una mega riforma strutturale solamente per raggiungere il livello standard del modello ungherese citato se sia veramente efficace e qualificato come è stato descritto. Ma per coltivare talenti non ritengo necessario effettuare percorsi separati, lo trovo diseducativo. Se la scuola riesce veramente ad aprirsi e a collegarsi con la realtà sociale e produttiva, se amplia la sua offerta di base con laboratori scientifici, tecnologici, artistici e con approfondimenti culturali anche personalizzati, riesce a coinvolgere gli studenti più dotati e nello stesso tempo riesce a dare impulso e innovazione anche alla formazione di base. Non c’è un’istruzione e un’educazione che limita, c’è una cattiva istruzione o viceversa una buona e eccellente istruzione che premia tutti e valorizza i talenti, i quali non hanno bisogno di vivere separati dai normo dotati, devono crescere insieme.
Forse sono stata eccessivamente drastica ma a me, il modello ungherese non convince per niente.
Rusconi Carmen